Peccato! Sì, peccato, ma non per colpa di Andrea Locatelli e nemmeno della squadra, che ha fatto di tutto per sostenerlo in questa sua prima apparizione nel circus della Moto2. Infatti, fa acido vedere il pilota selvinese nella casella n°27 della classifica finale del GP di Qatar, peraltro in buona compagnia, fra gente del calibro di Edgar Pons e Khairul Pawi. Fa acido soprattutto vedere i 47 minuti che lo separano dal vincitore Franco Morbidelli: è come se avesse preso due secondi al giro (la gara si è sviluppata su 107 km, distribuiti in 20 giri). Ovvio che fra gli addetti ai lavori si sia levato qualche dubbio sulle ragioni che hanno portato a questo distacco. E, in effetti, a ben vedere, ma soprattutto a ben sentire, le cause addotte da Andrea Locatelli ai microfoni di Sky, c’è più di un motivo per giustificare il risultato, non certo esaltante, del 21enne pilota del Team Italtrans Racing.

“Durante la settimana di test precedenti alla gara di Losail è stato un grosso problema, il motore proprio non aveva voglia di girare al punto giusto – spiega Andrea Locatelli – Abbiamo provato e testato, ma alla fine ci siamo dovuti arrendere ad un inconveniente tecnico, ad una vibrazione all’interno del motore; un’anomalia di cui la squadra, che ringrazio tantissimo perché ha fatto un grande lavoro, non è riuscita a trovare la causa. Si è pensato al motore, all’elettronica, alla frizione, ma la vibrazione ha continuato ad esistere, a penalizzare la prestazione in pista, soprattutto nelle sessioni di prove, che sono risultate problematiche, a tal punto che si sono ottenuti tempi di modesto livello, non in linea con le aspettative. A questo dobbiamo anche aggiungere il maltempo, le bizze di Giove Pluvio del fine settimana di Losail, che ha penalizzato non poco l’andamento delle prove. In gara, la vibrazione c’era, è rimasta, e ha condizionato tutta la corsa”.

“Beh, non era bello vedere Andrea così preoccupato – afferma il team manager Yuri Danesi – Già era alla sua prima gara in Moto2, dentro un circus di marpioni, di piloti navigati, con alle spalle anche 5/6 anni di motomondiale nella categoria intermedia; se poi aggiungiamo anche questo problema di natura tecnica, peraltro così evidente; non possiamo che giustificare il risultato ottenuto. Anzi, considerando proprio questa anomalia, questa evidente vibrazione, non possiamo che essere contenti di quanto ha fatto Andrea: ha portato a termine una gara difficile, dispendiosa sotto l’aspetto psicologico, perché sapere che hai un problema sotto la sella non piace a nessuno. Invece, con grande professionalità ha superato il traguardo”.

“Ma dai, è solo la prima gara, certamente un’altra così non ci sarà più (facciamo gli scongiuri) – continua Danesi – Intanto, il motore è stato restituito, dalla prossima gara in Argentina ci sarà un motore nuovo, che dovrà servire per tre gare di fila”.

Atterrato lunedì all’aeroporto di Malpensa, da subito Andrea Locatelli si è messo all’opera. Infatti, c’è solo una settimana di pausa, poi si ripartirà con la Moto2, come detto in Argentina, a Termas de Rio Hondo.

“Partiremo martedì 4 aprile – prosegue il team Manager Yuri Danesi – Ma intanto in questi giorni saremo impegnati in alcuni allenamenti: un po’ di motard, un po’ di motocross, ma soprattutto, se trova un’auto, un po’ di rally, per alcuni test, per tenersi in forma, in vista della seconda gara, in programma il 9 aprile, a Termas de Rio Hondo, una località termale nel nord-est dell’Argentina. Noi partiremo martedì 4 aprile, per poi tornare a casa martedì 11 aprile, giusto il tempo per trascorrere in famiglia le festività pasquali. Poi, ripartenza martedì 18 aprile: destinazione Austin, nel Texas, per il Gran Premio degli USA, in calendario il 23 aprile.

 

Ti.Pi.