La copertina è tutta sua, e non può essere altrimenti. Quando si parla di titolo mondiale, le appartenenze a questa o quella scuderia, a questo o quel team passano in secondo piano, Qui, c’è da applaudire il campione del mondo 2018 della MOTO2, è un italiano, un torinese di Chivasso, il 21enne Francesco “Pecco” Bagnaia, portacolori dello Sky Racing Team VR46, lo stesso che nel 2014 aveva intuito le sue potenzialità, portandolo in squadra a 17 anni, strappandolo al Team Italia (Honda). L’apoteosi è nel GP di Malesia, a Sepang, dove chiude la gara terzo, alle spalle del vincitore, il compagno di team Luca Marini, e del suo avversario nel mondiale, il portoghese Miguel Oliveira.
A Sepang, come detto, vince Marini, per la prima volta in carriera, ma il terzo posto di “Pecco” basta e avanza (322 punti di vantaggio su Oliveira) a regalargli il titolo mondiale 2018 in MOTO2. E’ campione del mondo a un anno di distanza dal trionfo di Morbidelli: quindi, la classe di mezzo parla ancora italiano, che bello.
Il pilota torinese si è assicurato il titolo con una gara di anticipo: a Valencia sarà una passerella mondiale, con una moto che, già vista nel fine gara, avrà una livrea “nero oro”. Per “Pecco” otto vittorie, cinque pole position e un successo tanto straordinario quanto meritato: un grande anno, l’anno della consacrazione, dopo il titolo lo scorso anno di “rookie of the year”, il giusto biglietto da visita per proiettarsi nel futuro che lo attende nel 2019, che avrà il suono della Desmosedici GP18 e i colori del Team Pramac, con il quale il pilota di Chivasso correrà in MotoGP nel 2019. Un altro talento che andrà ad unirsi alla pattuglia tricolore nella classe regina, al fianco del suo predecessore Franco Morbidelli e del suo grande maestro Valentino Rossi.
“Un’emozione grandissima – ha detto Bagnaia, al termine della gara – Sapevamo che si poteva chiudere il discorso in questo weekend, ma ho cercato di pensarci il meno possibile. Stamattina però non sono riuscito neanche a fare colazione, sentivo qualcosa nello stomaco… Ora possiamo dire che siamo campioni del mondo: abbiamo fatto qualcosa di incredibile. La parola chiave di questa stagione è “insieme”. Nell’ultima gara farò di tutto per ringraziare al meglio il team. Penso che mi ricorderò per tutta la vita di questo momento”.
La favola di Bagnaia
Francesco Bagnaia è per tutti “Pecco”: così la sorella Carola, che ora lo accompagna sui circuiti, ne storpiava il nome quando era piccolo.
Ha costruito il suo titolo mondiale della Moto2 con la costanza, la determinazione, l’umiltà, ma anche con il talento e la grinta, qualità che lo Sky Racing Team VR46 aveva intuito fin dal 2014, quando lo ha voluto con sè, diventando la sua seconda famiglia. Nato a Torino il 14 gennaio 1997, ma cresciuto a Chivasso, Bagnaia è un talentuoso frutto della VR46 Academy di Valentino Rossi. Ma il successo non è arrivato in modo facile, perché nel 2014 non è andato tutto bene, anzi: pochi risultati e pochissimi punti. “Pecco”, allora, decide di voltare pagina e trasferirsi a Tavullia: due anni nel Team Mahindra per imparare su una moto non velocissima.
Ah, giusto dirlo, la sua carriera inizia nelle categorie Minimoto e MiniGP, con la quale diventa campione europeo 2009. Nel 2010 corre nel campionato mediterraneo 125 PreGP, chiudendo secondo. Nel 2011 e 2012 è nel campionato spagnolo e non sfigura, classificandosi terzo. Nel 2013, la prima stagione iridata, in MOTO3, con una Honda FTR affidatagli dal Team Italia e l’anno dopo, come detto, il passaggio allo Sky Racing Team VR46. L’anno della svolta, però, è il 2016, il secondo da pilota ufficiale Mahindra. Arrivano le prime due vittorie nel motomondiale, ad Assen e Sepang. Chiude quarto. Nel 2017 il ritorno allo Sky Racing Team VR46 e l’approdo in MOTO2. Chiude quinto. Vince il titolo di “Rookie of the year”, grazie a quattro podi. E’ il prologo dell’exploit di questo 2018. Bagnaia vince subito in Qatar, per poi ripetersi ad Austin, Le Mans, Assen, Spielberg, Misano, Buriram e Motegi, seppure per la squalifica di Quartararo. Il terzo posto in Malesia gli consegna il primo titolo.
E ora andiamo a vedere come si sono comportati i due piloti dell’Italtrans Racing Team. Mattia Pasini, chiude al quarto posto, alle spalle di Bagnaia, dopo che per una decina di giri aveva cercato anche di superarlo, ma senza riuscirci; guadagna una posizione rispetto alla griglia di partenza. E’ decimo in classifica iridata, con 128 punti. Il selvinese Andrea Locatelli, invece, è 12°, dopo una gara accorta, che lo ha visto partire dalla 15^ casella e guadagnare posizioni anche per le cadute di Lecuona, Gardner, Nagashima e Fernandes. Ora, è 16 in classifica generale, con 45 punti. Certo, manca solo la gara di Valencia, ma qualche passo avanti in classifica si può fare: ha Corsi a due punti e Lowes a quattro punti.