Solarfast s.r.l. nasce nel 2007 dall’idea dei due soci fondatori Nicola Scandella e Alessandro Petrò, che già operavano nel mercato elettrico per quanto riguarda le forniture energetiche alle PMI dal lontano 1999.
Dal 2005, ovvero dall’ingresso del primo Conto Energia, i due soci hanno creduto fortemente nel futuro del mercato fotovoltaico e hanno iniziato a promuovere, con una società commerciale esistente, gli impianti fotovoltaici per autoconsumo a tutto il loro portafoglio di clienti industriali, ottenendo fin da subito un buon riscontro e affermandosi come un punto di riferimento, prima nella bergamasca e, in seguito, su tutto il territorio nazionale.
Visto l’aumentare della richiesta da parte dei clienti, nel 2007 è sorta l’esigenza di creare una società ad hoc, da qui l’idea di fondare SOLARFAST come veicolo unico per la progettazione e la realizzazione di impianti fotovoltaici “chiavi in mano”.
Nel 2017, un’altra svolta: Solarfast ha deciso di allargare le sue “frontiere”, andando a espandere il suo operato nel mercato brasiliano, fondando SOLARFAST DO BRASIL, con ottimi risultati, che continuano a essere positivi ancora oggi.
Ma c’è di più. L’evoluzione del contesto, passando attraverso il periodo di incentivazione dei cinque “Conto Energia” ha portato Solarfast a rispondere alle nuove esigenze che il mercato richiedeva.
Pertanto, oltre alla realizzazione e progettazione di impianti fotovoltaici, SOLARFAST ha aggiunto al suo business altri filoni di intervento, quali:
- acquisizione, sul secondo mercato, di centrali fotovoltaiche esistenti (ad oggi 4 MWp di nostra proprietà):
- contratti O&M per la manutenzione e monitoraggio di impianti esistenti, che ad oggi ammontano ad oltre 30 MWp;
- totale gestione degli adempimenti burocratici legati al fotovoltaico (GSE, Dogane, ecc …);
- revamping di impianti, per il recupero della piena funzionalità degli stessi:
- due Diligence, tecnica e del permitting, per conto di investitori istituzionali su impianti incentivati esistenti.
- realizzazione di impianti anche in ambito domestico;
- realizzazione di impianti in noleggio operativo e in assetto SEU.
Proprio nel campo del “revamping”, la Solarfast si sta muovendo con grande decisione, tanto da diventare in pochi anni un’azienda di riferimento a livello nazionale.
Del resto, questo campo di intervento permette a Solasfast di mettere in pratica tutte le sue competenze, capacità e professionalità maturare negli anni. E gli esempi evidenziano la qualità dell’azienda.
Ma cos’è il revamping?
La maggior parte degli impianti fotovoltaici italiani, installati tra il 2001 e il 2014 per godere dei vantaggi del Conto Energia, richiede interventi di revamping, cioè di rinnovamento. Il GSE (Gestore Servizi Energetici) indica modalità e parametri a cui queste migliorie devono rispondere, per conservare gli incentivi e contribuire a uno sviluppo ecosostenibile.
In effetti, degli oltre 820.000 impianti fotovoltaici in Italia, quasi 650.000, poco meno dell’80%, sono stati installati prima del 2014, l’ultimo anno di applicazione del sistema di incentivazione del Conto Energia. Questo meccanismo non è più accessibile a chi decide di installare nuovi impianti, mentre continua a remunerare, con una tariffa vantaggiosa per ogni kWh immesso in rete, i proprietari degli impianti installati quando era in vigore e per un periodo di 20 anni. Quindi, chi possiede un impianto incentivato con il Conto Energia ha tutto l’interesse a mantenerlo in piena efficienza e magari anche a potenziarlo, se possibile, per non vedere ridotto il beneficio legato alla produzione di energia elettrica dal Sole.
“Per quanto longevi e con una vita utile stimata intorno ai 30 anni – spiega Nicola Scandella, che con Alessandro Petrò guida Solarfast – gli impianti fotovoltaici italiani nati con il Conto Energia cominciano a mostrare i segni del tempo ed evidenti cali di produzione. Per consentire ai loro proprietari di portarli alla potenza originaria, o addirittura di migliorarli, è stato pertanto previsto un tipo di intervento, il “revamping fotovoltaico”, dal verbo inglese “to revamp”, cioè “rimodernare”, “rinnovare”, le cui linee guida sono state indicate nel 2016 dal GSE”.
Il funzionamento del revamping degli impianti è articolato. Non consiste soltanto nella rigenerazione dei pannelli fotovoltaici, ma in un’ampia serie di interventi che il Gestore distingue come “significativi” e “non significativi”. Per “significativi” si intende la sostituzione, rimozione e nuova installazione dei componenti principali, e cioè moduli e inverter; lo spostamento anche parziale dei moduli; la modifica del regime di cessione in rete o la variazione del codice identificativo del punto di connessione alla rete. Questi interventi non possono aumentare la potenza nominale dell’impianto oltre il 5%, per i sistemi con potenza fino a 20 kW, oppure oltre l’1% per quelli con potenza superiore a 20 kW. Gli interventi “non significativi”, che non prevedono comunicazioni obbligatorie, contemplano invece lo spostamento degli inverter e dei componenti elettrici minori, la sostituzione di parti elettriche minori (come i cablaggi) e interventi sulle strutture di sostegno, sia quelle a traliccio metallico sia quelle in muratura (come i tetti) che ospitano i moduli fotovoltaici. Chi possiede impianti con potenza inferiore a 3 kW non è tenuto invece ad alcuna comunicazione al GSE, ma deve comunque rispettare le conformità previste dal decreto Conto Energia di riferimento.
“Sono diversi i casi in cui il revamping fotovoltaico può essere necessario – continua Nicola Scandella – Oltre al calo fisiologico di rendimento dei moduli, possono esserci, per esempio, problemi di progettazione iniziale da correggere, nonché un allineamento agli standard di sicurezza impiantistici sempre crescenti. L’importanza del “revamping” oggi è legata anche a conseguire la digitalizzazione degli asset, utile sia per l’integrazione tra dati energetici di consumo e di produzione in una unica piattaforma di monitoraggio delle performance, ma anche per avere una gestione attiva e da remoto dell’asset in termini di manutenzione preventiva. Grazie alla migliore produzione post-intervento, i temi di rientro dell’investimento sono nell’ordine dei 2 o 3 anni”.
Ecco, quindi, un altro piccolo passo nello scenario del GREN DEAL europeo, il programma socioeconomico definito dall’Unione Europea per rendere più sostenibile l’economia del vecchio continente senza nuova occupazione di suolo.
Alla luce di tutto questo, il mercato del revamping sugli impianti fotovoltaici in Conto Energia è in pieno fermento. Per i produttori, infatti, risulta fortemente vantaggiosa la redditività economica derivante da questi interventi, determinata dalla combinazione di due aspetti: l’elevata tariffa incentivante, ancora valida per più di 10 anni; il basso costo dei componenti, specialmente dei moduli fotovoltaici.
Lo scorso anno, Solarfast ha compiuto un intervento di revamping fotovoltaico, presso l’impianto da 1 MWp di Torremaggiore, in provincia di Foggia. Tutto parte alla fine del 2018, quando è stato acquisito l’impianto Aspen Energy. L’impianto era fermo da due anni per inverter e moduli non funzionanti. Pertanto, è stato oggetto di totale revamping e conversione da impianto a inseguimento a impianto fisso.
Il revamping è terminato a fine giugno 2019. E, in un anno esatto dall’ultimazione, cioè nella scorsa estate, l’impianto ha reso 1620 ore equivalenti di produzione.
Revamping anche a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, nello scorso mese di giugno. I moduli, montati nel 2009 in silicio policristallino, erano affetti da fenomeni di “hot post”. Nell’intervento, Solarfast ha provveduto a smontare tutti i moduli, circa il 50%, che erano afflitti da “hot spot” e ricreato stringhe omogenee con i vecchi moduli, suddividendo in due parti esatte la totalità dell’impianto e creando successivamente una parte di impianto totalmente nuova con moduli in silicio policristallino da 295WP. Durante l’esecuzione dei lavori, poi, si è provveduto a montare delle schede di monitoraggio nelle cassette stringa esistenti, che ne erano sprovviste. La durata dell’intervento è stata di tre settimane.
E revamping anche per Edilceramiche Beretta di Bonate Sotto (BG): impianto da 95 kWp incentivato, afflitto da problemi di “hot spot” e delaminazione dei moduli fotovoltaici e malfunzionamento degli inverter.
Solasfast sta rimodulando il suo raggio d’azione, in un mercato del fotovoltaico 2.0, sempre effervescente e “in progress”. Scenari nuovi si stanno delineando e Solarfast è fra le protagoniste.
Dopo la fase delle incentivazioni a “pioggia”, infatti, è arrivato il momento della “Grid Parity”, con aspettative di break-even molto migliorate rispetto all’iniziale “Fase 1”. Ma cosa significa “Grid Parity”?
In energetica, per Grid Parity si intende la “parità” fra il costo di produzione dell’energia da fonte rinnovabile e il costo di acquisto dell’energia prodotta da fonti convenzionali (prevalentemente fossili). Nello specifico, la Grid Parity nel fotovoltaico è la parità fra il costo di produzione dell’energia elettrica con il fotovoltaico e il costo di acquisto dell’energia prodotta da fonti convenzionali. Da segnalare che il costo da fonti convenzionali è in costante aumento a causa dell’aumento dei prezzi di petrolio, gas e carbone; mentre il costo da fotovoltaico è in costante diminuzione grazie alla sua diffusione (economie di scala) e all’innovazione. Il Paese con il prezzo più basso è l’India, seguita subito dopo dall’Italia, che addirittura precede la Cina. Ciò dimostra come il mercato del fotovoltaico in Europa sia avanzato e ricco di opportunità, oltre che in forte crescita.
In verità, anche in Spagna i costi sono bassi ed è sensibilmente conveniente investire nel fotovoltaico per la produzione di energia su larga scala. Ma non fa parte delle statistiche, perché non rientra nel G20.
Ampie linee di intervento si intravedono nello scenario futuro per la Grid Parity nel fotovoltaico. E Solarfast è in prima linea quale operatore di riferimento. Come? Mettendo a punto tecnologie sempre più innovative per incrementare l’efficienza dei pannelli e le loro modalità di utilizzo. Ad esempio, il modulo fotovoltaico bifacciale sta diventando sempre più conveniente rispetto al modulo tradizionale. Installando questo tipo di modulo nei grandi impianti a terra la produzione aumenta notevolmente.
Quindi, le parole d’ordine di Solarfast nel suo attuale operare sono revamping e Grid Parity. A tal proposito, un nuovo impianto in Grid Parity da 350 kWp è stato realizzato su un impianto di depurazione acque in provincia di Brescia. L’impianto è stato realizzato a fine 2019, parte a tetto e parte a terra. L’autoconsumo in questo caso si avvicina al 100%.
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