Ad Austin, nel Texas, si è disputata la terza gara del campionato del mondo di Moto2. Un GP delle Americhe che ha visto emergere ancora una volta Franco Morbidelli, che così ha calato un fantastico tris. Ma le attenzioni degli sportivi bergamaschi erano tutte rivolte ad Andrea Locatelli, il 20enne pilota di Selvino, portacolori del Team Italtrans Racing, che era reduce da un inizio di campionato veramente sfortunato: anomalie al motore, a Losail, nel GP del Qatar, e problemi fisici (gastroenterite, con annessa febbre), a Termas de Rio Hondo, nel GP d’Argentina. Ad Austin, invece, su un circuito molto impegnativo, che ha mezzo a dura prova anche i “manici” più esperti (e ce ne sono tanti nella categoria “intermedia”!), Andrea Locatelli ha lottato come un forsennato, superando ostacoli di diverso tipo(vedi ingorghi nei primi giri, a seguito di cadute, o usura delle gomme verso il capolinea della gara), e chiudendo la gara in 20^ posizione. Un risultato incoraggiante, un primo passo verso posizioni che, se anche non gli competono, visto il suo elevato tasso tecnico, gli consentono di guardare con ottimismo alle prossime gare europee, in primis il GP di Spagna, a Jerez de la Frontera, in programma il 7 maggio.
Aria di casa, aria di buone performance? Si vedrà. Intanto, si sta registrando una sua continua crescita, verso livelli di affidabilità e di gestione della moto più confacenti alle sue possibilità. Ecco, perché il 20° posto conquistato in Texas sottende una certa positività, quanto meno è incoraggiante.
“E’ bastata una gara regolare, senza problemi di sorta, né fisici né tecnici, e Andrea ha dimostrato di saperci fare e di poter stare nel gruppo – spiega il manager Yuri Danesi – Certo, se non c’era quell’intoppo alla partenza, con il pilota che gli è caduto davanti, non avrebbe perso tempo prezioso. In questa categoria, dove tutti sono lì a giocarsela in pochi secondi, anzi in pochi decimi, perdere fin da subito 5 o 6 secondi è un abisso, che difficilmente si riesce a colmare. Ma Andrea ha retto il colpo. Ha fatto una prima parte di gara veramente bella, era in forma, tanto che ha inanellato una decina di giri al passo del 2’11”, che era il tempo dei migliori; questo vuol dire che Andrea c’è e può dire la sua in questa categoria, dove ci sono tanti piloti con esperienza da vendere, gente navigata che corre in Moto2 da cinque o sei anni. Lo stesso Franco Morbidelli, che sta vincendo a man bassa, è al suo quarto anno in Moto2, in una categoria dove i piloti si equivalgono e dove è difficile fare la differenza: qui, abbiamo i Luthi, i Nakagami, i Corsi, i Marquez, tutta gente che “mastica” la Moto2 da anni. Ma attenti, non dimentichiamo che Andrea è un rookie, un fresco debuttante il Moto2. Dobbiamo dargli tempo per ambientarsi, ma piano piano, gara dopo gara, crescendo in progress, sono sicuro che Andrea si farà notare, e prenderà delle belle soddisfazioni, certamente nella seconda parte della stagione”.
“Come detto, manca ancora di esperienza, ma sono sicuro che arriverà presto – continua il manager Danesi – Ha fatto una bella prima parte di gara, dove è andato veramente forte; poi, la gomma lo ha mollato nella seconda parte di gara e ha dovuto chinare la testa. Un problema di gomma che ha interessato anche altri piloti, come lo stesso Bagnaia. Quindi, un 20° posto, che poteva essere benissimo anche un 15°, stante i distacchi con quelli che lo precedevano e stante il guaio in avvio di gara”.
Aspettiamo le gare europee, quindi. Ora, dal GP di Spagna in poi è un “filotto” di tre gare, una ogni 15 giorni: in sequenza Spagna, Francia (Le Mans), Italia (Mugello); e poi, dopo sette giorni, il GP di Catalogna, e ancora Olanda e Germania , il 2 luglio. Sei gare in due mesi: una bella botta!
“Siamo molto in palla – conclude il manager Yuri Danesi – Andrea non vede l’ora di correre davanti al suo pubblico, in Europa. Dopo la gara francese, poi, e prima del Mugello, sarà sulla pista di Misano Adriatico per una “due gironi” di test. Intanto, un ringraziamento alla squadra, veramente un “top team”, come poche se ne vedono nel mondiale. Una squadra di primo piano, sia sotto l’aspetto tecnico che umano. Un team di 13 persone veramente in gamba”.
Ti.Pi.