La Dakar compie 40 anni. Il rally raid più famoso al mondo prende il via quest’oggi da Lima (Perù), per giungere a Córdoba (Argentina), per la prima volta nella storia, il 20 gennaio. La distanza totale sarà di quasi 9.000 km (8793 km), di cui 4.329 km di prove speciali. Un percorso che toccherà ben tre nazioni, ovvero Perù, Bolivia ed Argentina, regalando ancor più incertezza al contesto agonistico, in cui le capacità di navigazione degli equipaggi in gioco faranno la differenza. Ben 525 i concorrenti ai blocchi di partenza per un totale di 337 mezzi (190 moto/quad, 91 auto, 14 Side by Side e 42 camion) di 54 diverse nazionalità. Francia, Argentina e Olanda restano ancora i Paesi più rappresentati, mentre cresce la presenza dell’Italia (22). Una sfida tra leggenda e coraggio quella che si apprestano a vivere i piloti. Come detto, si partirà dalla capitale peruviana attraversando il Lago Salato e gli altipiani boliviani per poi giungere nei territori argentini, dove i pericoli saranno dietro l’angolo fino a Córdoba.
Tra le auto sarà un “Peugeot contro tutti”. La Casa francese del Leone ha dominato la scena, in questa categoria, grazie anche alle regole che favoriscono le caratteristiche tecniche della propria vettura a due ruote motrici. Pertanto spetterà ancora una volta a Sebastian Loeb, a Stephane Peterhansel (Mister Dakar visti i suoi incredibili 13 successi nella competizione) ed a Carlos Sainz (El Matador, 55 anni) recitare la parte dei protagonisti attesi. Da non sottovalutare però la Toyota. Il riferimento del team sarà Nasser Al-Attiyah, fresco campione Fia Cross Country e già campione Dakar nelle edizioni 2011 e 2015. Inoltre, potrà contare sul contributo di un altro ex-campione come Giniel De Villiers e della novità teen Brinke.
Novità tecniche sul fronte tedesco X-raid-MINI. Per la prima volta, vedremo la squadra teutonica rappresentata da due diversi tipi di trazione. Insieme alla Mini John Cooper Works Rally 4×4, alla Dakar 2018 debutterà la Mini John Cooper Works Buggy a due ruote motrici per lanciare il guanto di sfida a Peugeot.
Per quanto concerne le moto, l’equilibrio regna sovrano. La KTM partirà con obiettivi ambiziosi: centrare il 17° successo consecutivo, puntando sul campione in carica Sam Sunderland, il trionfatore 2016 l’australiano Toby Price e Matthias Walkner (vincitore del Rally del Marocco). Inoltre, osservato speciale Antoine Meo che si presenta ai nastri di partenza dopo aver dato forfait nel 2017. E gli altri competitors? In sella alla Honda c’è lo spagnolo Joan Barreda (vincitore di 19 speciali in carriera). In casa Yamaha, i riflettori saranno tutti per Adrien van Beveren (quarto nell’edizione 2017) senza dimenticarci di Franco Caimi (ottavo posto per lui nel suo anno d’esordio oltre miglior rookie della corsa) e Xavier de Soultrait, vincitore del Merzouga Rally. In questa categoria, avremo la miglior speranza italiana. Quell’Alessandro Botturi, bresciano, con la Yamaha, che con 7 Dakar alle spalle punta a far bene.
Infine, nei quad sarà dominio sudamericano: sono ben 30 i partecipanti del Sud America, e non è un caso che nella storia i podi ottenuti dai nativi dell’America meridionale siano 18 con i fratelli Patronelli a monopolizzare la scena con 5 trionfi in bacheca. Quest’anno il favorito n°1 sarà il cileno Ignacio Casale, vincitore nel 2014 e in grande ascesa nell’ultimo periodo, che correrà in sella ad Yamaha Raptor, dotata di 15 cavalli in più rispetto al modello precedente e pesante 6 kg in meno.
Tra gli autocarri, i russi sono pronti a confermarsi ancora una volta. Tre i piloti che possiamo considerare i candidati al successo finale: Eduard Nikolaev, il trionfatore dell’anno scorso, Airat Mardeev e Dmitry Sotnikov. Un affare che si preannuncia tutto in casa “Santa Madre Russia”, visto che dal 2000 ad oggi gli alfieri del Paese dell’Est hanno mancato il podio nella competizione riservata ai camion solo nel 2007, nel 2012 e nel 2016. Da segnalare la presenza del team Orobica Raid di Giulio Verzeletti, bergamasco di Telgate, e Antonio e Raffaella Cabini, padre e figlia cremaschi.