Quad. Chi è costui? Si stenta a credere, ma non esiste soltanto l’enduro in Val Seriana. Certo, è una battuta, ma in una valle così “manettosa”, dove il fuoristrada e la moto-regolarità, vuoi per la tradizione della Valli Bergamasche, vuoi per la presenza di tantissimi campioni delle ruote tassellate, la fanno da padrone, parlare di altri sport motoristici è difficile, anche se i loro rappresentanti conquistano successi a raffica. E’ il caso del quad (altrimenti detto “quadriciclo fuoristrada), una specialità fra le più impegnative nel lotto degli sport “a tutto gas”, che proprio ad Albino riesce ad esaltarsi, grazie ad un giovane atleta, Gregorio Ciceri, che sta guadagnando posizioni di prestigio in campo nazionale in questa spettacolare disciplina fuoristradistica. Un pilota che, nonostante la giovane età, solo 15 anni, può già contare su un palmares di tutto rispetto, che lo lancia fra i piloti emergenti del panorama quad tricolore.
Classe 2001, albinese doc, Gregorio ha nella semplicità e nell’umiltà il suo punto di forza e nella grinta la sua arma vincente. Quella grinta che, unita ad una passione per i motori, peraltro incontrata in giovanissima età, quindi più stimolante, lo ha portato a “scalare” le classifiche, a conquistare trofei, medaglie e allori importanti, diventando uno tra i più forti piloti di quad nazionali della sua categoria.
Incontrato a Comenduno di Albino, nello show-room della Autociceri, concessionaria Opel, in un momento di pausa pomeridiana dallo studio (frequenta con ottimo profitto il secondo anno dell’Isis “Oscar Romero”), Gregorio Ciceri non si è sottratto ad alcune domande. Ne è nato un faccia a faccia a tutto tondo che spazia dalla sua storia sportiva, in particolare motociclistica, ad una panoramica sul movimento quad italiano, che sta trovando estimatori anche in Bergamasca.
Quando è nata la sua passione per il quad?
Beh, parlare di motori in casa mia è la quotidianità. Mio papà Fabio e lo zio Sergio, contitolari della Autociceri, hanno la benzina nel sangue. Mio papà ha sempre gareggiato nei rally, e nell’89 è stato campione italiano “rally terra” con la Lancia Delta HF integrale, della scuderia Astra Team di Asti; ha vinto gare del campionato europeo e ha partecipato anche a tappe del mondiale rally, correndo insieme a campioni del calibro di Biasion, Cunico, Tabaton, Allen e Andreucci; lo zio Sergio, invece, oltre a cavalcare moto di regolarità quando era giovane, si è divertito nei kart. Logico respirare in casa profumo di motori e, per una certa curiosità, mi sono subito affascinato ai quad. Avevo sette anni, correvo nei “fettucciati” con un MiniPro 100 2T. Sono andato avanti così per tre anni, poi nel 2009 sono passato nella categoria Junior, disciplina “racing” arrivando terzo al campionato italiano; e nel 2010 il primo titolo tricolore: avevo nove anni. Poi, due anni con la Honda 300 4T, con la quale ho conquistato nel 2011 un secondo posto nel “cross”. Nel 2013, il passaggio alla Yamaha 350 4T, con la conquista del terzo posto nel “racing” del campionato “JF”. Nel 2014, poi, ha fatto suo il secondo posto nel campionato junior e la terza piazza nel “cross”. Ed eccoci al 2015, l’annata della consacrazione, con la conquista del titolo tricolore, categoria “elite”. Quest’anno, invece, ho chiuso la stagione al sesto posto nel campionato italiano, categoria “sport”: un buon risultato, considerando i campioni che partecipano al circuito e soprattutto che sono il più giovane del lotto; delle sei tappe in calendario, ho fatto punti solo in quattro gare, a causa di problemi tecnici del quad.
Quanto si allena per ottenere simili risultati?
Mi alleno due volte alla settimana, in palestra (Eros Grazioli Academy di Albino); poi, quando riesco, accompagnato da mio padre, vado in pista: qui, a Bergamo, non ci sono impianti per il quad, e così mi tocca andare a Cremona, a Pinerolo, ad Arco di Trento o a Ottobiano. Tanti sacrifici, ma la realtà è questa. In questa stagione, ho partecipato soltanto a quattro tappe del campionato italiano. Per il prossimo anno, invece, mi impegnerò nelle gare del campionato italiano “cross” e a qualche tappa del circuito interregionale, cercando di scalare ancora le posizioni, fino a salire sul podio: non so quale gradino, ma spero il più alto.
Così lunghe trasferte, sia per l’allenamento che per le gare, vogliono dire tanti costi…
Innanzitutto, ringrazio la mia famiglia che mi è vicina da anni, ma anche gli sponsor che mi sostengono economicamente in questa bella avventura: Fiditalia, Acerbis, Autociceri, Bardhall, Oakley.
Riesce a conciliare lo studio e lo sport?
Per ora tutto funziona, tutto va a meraviglia. Riesco a conciliare lo studio, basta organizzare bene la settimana, dando intensità allo stare in classe e continuità nello svolgimento dei compiti e dello studio casalingo. Lo sport è anch’esso un impegno e va svolto bene. Direi che entrambe le due realtà, studio e sport, vanno vissute con responsabilità, puntando sempre in alto, senza mai risparmiarsi, puntando al risultato pieno.
Qual è lo “stato di salute” del movimento quad in Bergamasca?
Da sempre la Bergamasca privilegia il calcio, poi in second’ordine il ciclismo, lo sci e il motociclismo. E per quest’ultima disciplina, la scelta cade sempre sul fuoristrada o il motocross. Io, invece, da subito sono stato folgorato dal quad, un mix di adrenalina a due e quattro ruote. Sono contento di aver iniziato da piccolo, come capita per chi prova il kart o le minimoto, perché ho acquisito quegli automatismi e quella sicurezza che adesso stanno facendo la differenza. Ho un grande modello da seguire, mio cugino Nicola, anch’egli pilota di quad. Lui ha 22 anni (ha iniziato più tardi di me, a 14 anni), è un buon pilota e può vantare ottimi risultati: nel 2014, per esempio, ha vinto il campionato SuperMareCross e ha fatto parte della squadra che ha partecipato al Trofeo delle Nazioni; mentre quest’anno è giunto terzo nel campionato SuperMareCross.
Per Gregorio Ciceri, ma soprattutto per il papà Fabio che, tempo permettendo, porta il figlio sulle pista del Nord Italia per allenarsi, un grazie da parte di tutti gli sportivi albinesi.