Un successo, la Dakar Rally 2020 versione moto. Non tanto, ma certamente sì, per l’impresa compiuta dal vincitore, lo statunitense Ricky Brabec, che ha fatto sua la 42^ edizione della mitica “corsa delle dune”, questa volta in Arabia Saudita, ma perché nella storia del leggendario raid la Honda torna a vincere dopo 31 anni e la KTM vede interrotta un’egemonia che durava da 18 anni. Mica poca roba!

Un “doppio sogno”: quello “stars and stripes” del 27enne simpatico pilota americano che, al quinto tentativo dopo i tre ritiri collezionati dal 2017 al 2019 e il nono posto del 2016 all’esordio nella Dakar, ha finalmente fatto centro; e quello “sol levante” della casa nipponica Honda che, dopo essere ritornata nel 2013 alla Dakar interrompe finalmente il dominio di KTM che aveva vinto tutte le edizioni a partire dal 2001, anno della prima vittoria di Fabrizio Meoni. Per la cronaca, Honda aveva vinto cinque volte in Africa con Ciryl Neveu (1982, 1986, 1987), Edi Orioli (1988) e Gilles Lalay (1989); e, in questa edizione saudita, aggiunge il successo di Brabec, primo americano della storia.

Ricky Brabec ha coperto le 12 tappe fino al traguardo di Qiddiya in 40 ore, due minuti e sei secondi, conservando 16 minuti di vantaggio sul cileno della Husqvarna Pablo Quintanilla e 24 minuti sul campione in carica della KTM Toby Price. Sul podio, quindi, tre case costruttrici diverse.

Brabec ha festeggiato la conquista della “sua” Dakar con il secondo posto nella 12^ tappa, la conclusiva, vinta dal compagno di marca e di nazionalità José Cornejo, che registra due successi personali e il quarto posto finale assoluto. Terzo l’australiano Toby Price, che abdica con l’onore delle armi da miglior pilota KTM. In verità, quella del detentore della Dakar 2019 “100% Perù” non è stata una Dakar fortunata. Ma questa è la regola.

Sul podio finale di Qiddiyah, dunque, Ricky Brabec, Honda Monster Energy, Pablo Quintanilla, Husqvarna Rockstar Energy Factory, Toby Price, KTM RedBull Factory Team.

Brabec è stato in testa al Rally a partire dalla terza tappa, a Neom. Ha vinto due tappe, la terza e la sesta, e ha mantenuto il controllo delle operazioni fino al traguardo di Qiddiyah con grande autorità.

All’arrivo, con grande sensibilità, propria dei campioni, ha avuto un pensiero per il portoghese Paulo Gonçalves, deceduto durante la settima tappa, in seguito ad una caduta: “Paulo ha fatto parte del Team Honda per diversi anni nel tentativo di realizzare il suo sogno. Spero che ora ci guardi e sia felice”.

 

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